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Fondazione Creval presenta
il Compianto sul Cristo morto di Caspano

 

La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano, organizza a Como giovedi 19 maggio alle ore 15.30presso la Sala Conferenze della Biblioteca Comunale un incontro di studi sul restauro del Compianto sul Cristo morto di Caspano (So).

Il complesso, composto da otto figure in legno dipinto e dorato scolpite a tutto tondo, collocato all’interno della cappella della Pietà nella parrocchiale di Caspano, è esposto a Como nella Chiesa di San Giacomo dal 19 aprile al 17 luglio 2011 con il patrocinio della Diocesi.

L’intervento di restauro, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed eseguito in due lotti, dal 2007 al 2010, dalla ditta Luca Quartana di Milano ha restituito a pieno i valori formali e cromatici delle sculture del gruppo, il delicato equilibrio dei gesti e degli sguardi.

Prima operazione è stata la demolizione progressiva delle modifiche e ricostruzioni plastiche in gesso operate sulle singole sculture intorno agli anni Venti del Novecento; recuperando e ricomponendo tutti i frammenti dell’intaglio, è’ stato possibile ritrovare ampie stesure della squillante policromia originale, conservatasi sotto la ridipintura, e procedere al risanamento della materia lignea. Si è scelto di reintegrare porzioni di modellato significative, andate perse nell’intervento di modifica, giungendo in fase finale a un ritocco pittorico con coloranti in miscela cerosa stesi a velatura.

I più recenti studi riconducono l’opera al primo Cinquecento per mano dello scultore milanese Alvise de Donati e bottega; i volumi e i tratti squadrati delle figure, i panneggi che alternano pieghe più morbide a spiegazzature cartacee, la sporgenza dei bulbi oculari e i capelli che cadono in grosse ciocche cordonate, sono caratteristiche distintive dei fratelli di Alvise Giovan Pietro e Giovanni Ambrogio; rispetto ad altre opere di bottega, però, il Compianto rivela una teatralità più mossa e partecipe, frutto forse di ricerche in chiave naturalistica che sembrano rispondere alla “ricerca degli affetti” promossa a Milano negli anni di Leonardo e Bramante.

Il riferimento agli scultori milanesi può quindi essere precisato in termini cronologici, mentre allo stato attuale delle ricerche risulta difficile tentare distinzioni di mano all’interno della bottega, ma la possibilità di una lettura completa dell’opera originale, data dal restauro, offre agli studiosi nuove direzioni di ricerca nell’ambito della grande stagione della scultura lombarda all’affacciarsi del Cinquecento.

Vaol.it